Facciamo pilates online
Nel mentre scrivevo questo articolo, mi sono accorta solo alla fine di quanto mi fossi dilungata, quindi metto subito il topic del discorso: lezioni di pilates online con la sottoscritta. Qui le modalità e qui le motivazioni.
Se poi vi trovate al bagno senza Settimana Enigmistica, c’è la long version.
Un anno fa
Quando il 31 dicembre dello scorso anno mi apprestavo a scrivere l’ultimo post del 2024, sapevo che sarebbe passato molto tempo prima che avrei rimesso mano al blog.
I motivi sono molteplici e mi sono pure un po’ stufata di ripetermeli e ripeterli, il mondo è pieno di guru finto/timidi che ci ricordano quanto è ok non stare ok e intanto ci propongono il loro metodo per migliorare il nostro business.
Qui mi posso permettere di passare avanti. Il pagamento del dominio è il mio e lo gestisco io, anche a costo di disonorare quelle persone che stimo e che si occupano di accessibilità e linguaggio chiaro. Voletemi bene, ma i soldi ora mi servono per altro.
E qui arriviamo al punto: soldi. Avevo tante idee su come scrivere questo articolo, mi erano venute anche delle frasi brillanti che poi ho dimenticato da qualche parte tra il sonno e la veglia. Ma se fossi stata più brava forse avrei una newsletter e un sito super fico, accessibile, semplice, immediato.
Avevo scritto di essere arrivata al punto? Peccato che mi sono già distratta e ficco qui una N.d.A. che sta bene su tutto. Dottor Blaster so che starai pensando: questa ha il fidanzato principal software engineer on the rocks under the table e le ho detto 300 volte che l’avrei aiutata. Lo so e ti ringrazio, ma rimango bionda e con la soglia dell’attenzione pericolosamente in bilico. Quindi al momento accontentiamoci di due cose: sono ancora monogama e sto scrivendo sul blog.
‘O famo online sto pilates?
Ma torniamo a noi. Dicevo i soldi. Lo scorso anno sono riuscita ad ammettere, prima di tutto a me stessa, che ritornare a fare l’insegnante di pilates non era sinonimo di sconfitta.
E da quel giorno sono passate classi, acquisto di macchine, convention, manuali.
Sono passate le persone e le loro storie. Ci sono stati aperitivi, risate, anche tanta stanchezza. Perché quando lavori con il pubblico, il tuo compito non si limita, come nel mio caso, a insegnare una disciplina. Devi formarti, trovare qualcuno che ti migliori, preparare le lezioni, adattarle alle persone.
Devi anche farti carico in qualche modo delle loro vite. E loro della tua. E, fin qui, mi sembra di aver fatto un lavoro decoroso.
L’insostenibile leggerezza di promuoversi sui social
Quello su cui sono sempre stata un po’ carente è farmi pubblicità. Il che, oggi, si traduce sulla presenza del proprio business sui social. Ma anche qui, non è che non sono capace, ho studiato anche quel settore, è che non lo sento mio.
Spesso vedo profili raccontare il proprio lavoro con le stesse espressioni: “aiutare a far conoscere il tuo brand”, “un servizio tagliato su misura”, “mi piace ascoltare più che forzare una scelta”. Come già ho detto, io ho la soglia di attenzione molto oscillante e mi basta una parola o un gesto a farmi annoiare distrarre.
Preferisco quando di una persona non conosco il lavoro, ma più i suoi gusti, se condividiamo alcuni interessi, se possiamo dirci quanto è stata bella la seconda stagione di Arcane o l’opening di Dandadan. In linea di massima.
Poi ci sono persone molto capaci nel mostrare il proprio lavoro, ma non sono la regola, ecco.
E dopo essermi inimicata quelle tre persone su quattro che leggeranno l’articolo, parliamo (ancora) di me. Tutto nasce quando ho pubblicato un paio di storie su Instagram a tema pilates.
Non era mia intenzione vendere nulla, capirai, io neanche chiedo lo sconto al mercato, ma comunque alcune persone mi hanno chiesto come potevano fare lezione con me, se le facessi online. E io ho pensato: perché no?
Ci sto pensando così bene, che finora l’ho fatto con una persona sola (a parte mia sorella) e questo perché ho paura di sbagliare qualcosa, di non essere appetibile e altre amenità.
Però ci voglio provare o questo stallo alla messicana potrebbe durare in eterno.
Come funziona una lezione con me
Ecco come l’ho pensata: le lezioni saranno di circa 50 minuti, su una piattaforma che il Dottore ha prontamente adeguato alle mie esigenze.
La singola live costa 10 euro, di gruppo 5 euro. Le lezioni di gruppo si attiveranno con un minimo di tre persone e un massimo di cinque. Live significa che non saranno registrate, se si vogliono le registrazioni, dovrò rivedere il prezzo.
La prima lezione è gratuita.
Gli orari sono da concordare insieme, in base agli impegni reciproci. Per le lezioni di gruppo ancora non ho stabilito un giorno fisso, dipende anche dalle richieste. Questi intanto sono gli slot che, al momento, ho a disposizione.
- Lunedì e mercoledì sera un’ora alle 19.30 ma è una fascia ancora molto in forse
- Martedì mattina dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 14.30 alle 16.30
- Mercoledì mattina dalle 9.30 alle 11.30
- Venerdì mattina dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00. Gli orari prima sono da concordare di volta in volta (a volte il venerdì gioco di ruolo, ecco, l’ho detto).
- Sabato da concordare
- Domenica faccio i miracoli
Pagamento tramite Paypal. Se interessati, sono contattabile in DM su Instagram o all’indirizzo agnese.iannone@gmail.com.
Doverose annotazioni a margine
Con questa ci siamo tolta la parte pratica, ora alcune doverose annotazioni, perché posso non essere guru, ma onesta sì.
Il presso è basso, vedo colleghe e colleghi chiedere molto, ma molto di più. E fanno bene perché se una persona è competente, si forma costantemente, va pagata. Io, però, l’ho pensato così per una serie di motivi.
- Sono all’inizio, non ho alle mie spalle una libreria con 3000 lezioni da cui poter attingere. Gli incontri saranno live, quindi non sento di potermi allargare con le cifre, al momento.
- Voglio che siano davvero accessibili a più persone. Non tutte possono permettersi un abbonamento in palestra e spesso il pilates è anche elitario.
- Vorrei sembrare Giovanna D’Arco, ma la condizione precedente è permessa da un compagno più stabile e forte di me economicamente. Le sue possibilità, permettono a me di fare delle scelte anche più sostenibili. Ma se dovessero cambiare in qualsiasi modo le condizioni, cambierebbe anche questo mio approccio socialista.
Questi sono i motivi principali che mi fanno optare per mantenere un prezzo così basso, poi ce ne sono altri che sono puramente egoistici. Come per esempio poter continuare a guadagnare qualcosa il giorno che io e il Dottore realizzeremo il progetto di stare un paio di mesi in Giappone.
Perché scegliere di fare lezione con me?
Ma perché una persona dovrebbe scegliere me, invece di piattaforme più blasonate dove ha settordici lezioni al giorno?
- Partiamo dall’ovvio: le lezioni non sono registrate, quindi vi correggo con la mia viva voce. Non è come stare a contatto, quindi utilizzando anche il cueing tattile, ma almeno c’è una persona a cui rivolgersi in diretta.
- Sono brava, almeno credo. Sicuramente faccio ridere. Oddio, spero.
- C’è bisogno di un allenamento flessibile ma si vuole comunque una persona in carne e ossa.
- Non si ha voglia, per qualsiasi ragione, di andare in una palestra ma si vuole comunque una persona in carne e ossa.
- Si ha voglia di vedermi fare lezione dal Giappone.
- Finora il pilates che avete provato vi ha annoiato, non lo avete capito, non avete la certezza di aver fatto proprio pilates.
- Siete vittima di chi utilizza l’espressione “pilates reformer” e volete chi vi vendichi.
- Avete già fatto pilates, ma volete anche un’insegnante con cui parlare di anime, videogiochi, serie tv, film, quanto è bono Pedro Pascal.
- Non avete mai fatto pilates, inorridite al pensiero degli spogliatoi ma volete anche un’insegnante con cui parlare di anime, videogiochi, serie tv, film, quanto è bono Pedro Pascal.
Perché davvero fare lezione con me?
Ci tengo a precisarlo. Io non farò battute sul “dobbiamo smaltire tutti i panettoni”, cercherò di non fare leva sui sensi di colpa, non vi dirò di allenarvi obbligatoriamente il primo gennaio o in vacanza, non mi sostituirò ad altre figure professionali, non smetterò di bere o di mangiare tanto quando ne ho voglia solo per fare la parte dell’istruttrice illuminata che fa sentire le persone inadeguate.
Conclusione dei lavori e saluti finali
Se siete arrivati fin qui, complimenti, siete la resistenza. Questo è il mio post del due gennaio 2025, mentre i panni ancora languiscono nella lavatrice e io voglio solo andare a giocare alla Play, mangiando gli avanzi dai contenitori di alluminio.
Prima o poi scriverò di questo 2024 appena trascorso, delle cose successe, di quella volta che sono andata dal cardiologo cercando di convincerlo che stavo morendo, ma anche di quella volta in cui invece il cuore ha retto sotto il peso di tutta la bellezza che il Giappone mi ha dato.
O forse no. Per tutto il resto c’è il post del Dottore, che ha fatto un riepilogo del 2024 col botto. In tutti i sensi.
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